Cosa ci aspetta quest’anno
Non si può impostare una riflessione collettiva sulla città senza partire dai suoi abitanti e non si può fare comunità senza cominciare con una festa. Con questo pensiero di Doug Farr, considerato uno dei padri del “neourbanesimo” americano, La Provincia regala con gioia ai comaschi per il decimo anno (l’edizione 2020 sul Rinascimento la teniamo nel cassetto) – ma anche a chi vorrà seguire gli incontri su Bergamo TV nelle settimane successive all’evento e sul sito delle Primavere – spettacoli e riflessioni per reimparare ad amare le nostre belle città.
I fedelissimi delle Primavere ricorderanno quando Lech Walesa dal palco del Teatro Sociale nell’edizione del 2014 aveva detto che i comaschi non possono permettersi di essere tristi perché quando aprono gli occhi la mattina vedono paesaggi meravigliosi e vedono il sole. «Ogni volta che vengo in Italia – aveva detto Walesa – penso che Dio vi ha fatto un grande regalo, dandovi tutte queste bellezze. L’ho pensato anche oggi, visitando il vostro territorio. Avete un punto di partenza straordinario. Quindi ringraziate Dio e fate dei buoni affari, non siate pigri». «A noi – ha aggiunto il Nobel polacco per la pace – nessuno dava una chance, ci dicevano che solo le armi avrebbero cambiato il corso della storia. Eppure le cose sono andate diversamente. Dovete darvi da fare, non consentite ai vostri figli e nipoti di pensare che avete avuto grandi possibilità ma non le avete sfruttate».
Il pensiero va naturalmente alla guerra in Ucraina, combattuta su campi pieni di fango per difendere la terra natìa, la terra che ognuno di noi sente il diritto e il dovere di difendere.
C’è un’altra notizia di questi giorni che ci porta in giro per il mondo e nello specifico in Africa dove Diébédo Francis Kéré, architetto del Burkina Faso, ha vinto (il primo africano a farlo) il premio Pritzker, l’equivalente del Nobel nel campo dell’architettura con un lavoro che pone al centro il tema delle “città coerenti e pacifiche”. Kéré ha presentato il progetto dell’edificio del Parlamento di Ouagadougou, in sostituzione di quello distrutto da un incendio durante le rivolte popolari del 2014: una piramide a gradoni con una facciata che ha anche la funzione di spazio pubblico accessibile ai cittadini giorno e notte. «La mia idea, ingenua – racconta Kéré – è che la prossima volta che ci sarà una rivolta i manifestanti si prenderanno cura dell’edificio e non lo bruceranno, perché sarà un luogo che avranno frequentato». Un edificio bellissimo perché, aggiunge Kéré, «Tutti meritano la qualità, il lusso e la comodità».
Tra i temi che affronteremo c’è appunto quello della qualità umana dell’abitare. «Penso che il quartiere sarà la cornice principale dell’esperienza nella città del futuro, quello che definisce l’identità delle persone – dice Farr – Ci sono decine di milioni di quartieri nel mondo e ognuno di loro è unico, con la sua cultura specifica per quanto riguarda il cibo, l’arte, il tipo di alloggi e le opportunità che offre. Ognuno di questi quartieri dovrebbe lavorare sodo per scoprire specifici talenti e risorse ed esprimerli al meglio. Bisognerebbe investire di più sul posto che si è scelto per vivere. Non essere un consumatore di quel luogo o un osservatore esterno, ma diventare un partecipante attivo per renderlo ancora migliore».
Tra le strategie di accelerazione per aumentare il ritmo della transizione ambientale Faar parla delle “comunità d’interesse” ovvero di gruppi di persone che lavorano con lo stesso obiettivo o nello stesso campo di eccellenza e che si incontrano regolarmente per affinare le proprie competenze. In questi gruppi i migliori si tirano dietro gli altri. Strategie come queste possono far guadagnare decenni, forse persino generazioni, al normale ritmo del cambiamento.
Un percorso verso la versione più attuale del concetto di Smart city, ovvero quello di una città in cui avere tutto ciò che ci serve a un quarto d’ora di distanza. Dove raggiungere, a piedi o in bicicletta, i luoghi per lavorare, mangiare, divertirsi, e coltivare i propri interessi. È la città dei 15 minuti, il paradigma sviluppato dall’urbanista franco colombiano Carlos Moreno e applicato dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo nel suo progetto di riorganizzazione urbana della capitale francese. Carlos Moreno, che ha approfondito questi concetti anche in un libro, “Urban life and proximity” sarà con noi nella grande serata a Teatro del 2 maggio alle ore 18,30 e ci racconterà le soluzioni che propone per affrontare la tripla sfida degli aspetti ecologici, economici e sociali della città di domani. La sfida di Moreno, rincorsa anche da Milano, è guidata da tre idee principali: il Cronourbanismo, per dare un nuovo ritmo alla città considerando i tempi nella pianificazione urbana, la Cronotopia, che mira a dare varie funzioni a un luogo a seconda della temporalità e la Topofilia, letteralmente “l’amore per il luogo”, che riguarda il rafforzamento dell’attaccamento delle persone al loro quartiere.
Nel corso degli incontri delle Primavere scopriremo che nessuna azione sulle città vive scollegata dalle altre. La mobilità, per esempio, che non nasce soltanto per risolvere i problemi degli spostamenti. Lo abbiamo scoperto studiando il caso del sistema di trasporti pubblico di Bogotà inaugurato nel 2000, fatto di autobus che uniscono tramite corsie dedicate ogni angolo della città, sia i quartieri ricchi che quelli nati informalmente dagli immigrati dalle campagne. Secondo il Sindaco Enrique Peñalosa, questo progetto è nato per rendere i trasporti pubblici urbani «il luogo in cui il vicepresidente di una grande azienda e il portinaio di un edificio possano sentirsi bene. Un luogo in cui possano incontrarsi come uguali, in un ambiente che rispetta la dignità umana». Non solo quindi un’alternativa modale ma piuttosto come occasione di inclusione sociale, all’interno di una più ampia strategia di rigenerazione urbana. Il TransMilenio, nome del sistema degli autobus, ha promosso l’idea che anche la mobilità urbana è un elemento chiave per una città più democratica. Anche se ad oggi sono stati raggiunti solo in parte gli obiettivi attesi, la storia di questi autobus suggerisce che anche contesti inattesi, come le grandi metropoli del Sud del mondo, sono un fertile campo a cui guardare in cerca sia di nuovi fenomeni urbani che di inedite soluzioni da proporre soprattutto quando politica, ingegneria e urbanistica si uniscono per realizzare un sogno.
Il contenuto degli incontri si può leggere nelle schede che seguono insieme a delle brevi biografie degli esperti che ci accompagneranno in un viaggio nello spazio e nel tempo alla ricerca della città ideale. In fuga dalla città di Eutropia immaginata da Italo Calvino nel “Le città invisibili” dove tutto cambia in continuazione: i luoghi, i mestieri, le persone. Succede però che l’ansia di vivere emozioni nuove e diverse è talmente repentina che alla fine tutto rimane identico a sé stesso.
Ad accompagnarci ci saranno quest’anno anche degli studenti comaschi del Liceo Volta che ringraziamo per aver accettato la sfida di raccontare la città dal punto di vista di chi la abiterà o la abbandonerà.
Daniela Taiocchi
Vuoi essere pure tu una dama per un giorno? Ti aspettiamo!
Dopo aver percorso la storia e lo spazio attraversando metropoli e borghi abbandonati, proporremo, come sempre, un punto di vista particolare sul tema: il nostro, quello al femminile. Vi condurremo in un viaggio che parte dai testi di una donna che ha ancora molto da insegnarci, Christine de Pizan. È lei che, all’inizio 1400, scrive “La Città delle Dame”, immaginando una città guidata da Ragione, Rettitudine e Giustizia e popolata da donne straordinarie e menti femminili raffinate. Tutte donne cresciute all’ombra dei potenti, diventate condottiere e protagoniste di eventi che hanno cambiato il mondo.
Lo spettacolo si terrà sul palco del Teatro Sociale il 4 maggio 2022 alle 21.
Se vuoi fare parte della nostra squadra al femminile scrivi una mail a [email protected] e ti daremo tutte le informazioni necessarie.
Ti aspettiamo!
Note organizzative
L’ingresso alle serate e agli eventi è gratuito.
Per assicurarsi l’ingresso al Teatro Sociale di Como (via Vincenzo Bellini, 3 – Como), Sala Bianca del Teatro Sociale(via Vincenzo Bellini, 1 – Como) è necessario presentarsi all’accoglienza di ogni serata con la ricevuta della prenotazione effettuata on line, sul sito leprimavere.laprovincia.it
Siccome i posti sono limitati, per rispetto di tutti vi chiediamo di riservarli solo se siete sicuri di partecipare: è il primo segno di cittadinanza ideale.
Chi volesse disdire una prenotazione già effettuata può scrivere a [email protected]
Ad oggi 01 marzo 2022 le normative vigenti impongo per la partecipazione agli eventi culturali in ambienti chiusi, l’essere in possesso di GreenPass e l’indossare la Mascherina di tipo FFP2 pertanto fino al mutare di queste norme, anche per Le Primavere 2022 queste saranno condizioni necessarie per la partecipazione agli incontri.